Indagine Communia: l’emigrazione dei giovani marchigiani.


emigrazioneNel corso della storia l’Italia ha generato varie ondate migratorie. Dal 2007/2008, in coincidenza con la crisi economico-finanziaria, si assiste ad una nuova fase migratoria che spinge, per non dire costringe, i giovani italiani a spostarsi per soddisfare le proprie necessità lavorative e non solo. Anche il concetto stesso di mobilità muta, essendo associato non più alla povertà, ma al desiderio di arricchimento professionale e di realizzazione del proprio stile di vita, soprattutto attraverso il lavoro.

Contestualmente il secolo corrente ha assistito ad un cambiamento nella tipologia di domanda del mercato del lavoro, sbilanciando l’economia verso il settore terziario, che necessita di specializzazioni, interdisciplinarietà e flessibilità. Tale paradigma ha coinvolto anche l’Europa, in cui si è scatenata la “corsa famelica” al curriculum perfetto: un numero di persone in costante aumento cerca, con sempre maggiore slancio, di vivere un’esperienza all’estero per essere concorrenziale sul mercato del lavoro comunitario o su quello del proprio paese.

La protagonista di questa nuova ondata migratoria è la cosiddetta Generazione Y o Millennials Generation. Tale generazione, dalla prima metà degli anni Ottanta alla fine degli anni Novanta del secolo passato, si è sviluppata in forme diverse in tutti i paesi occidentali ma si contraddistingue per alcuni tratti comuni:

  • non ha subìto minacce di guerra;
  • è caratterizzata da uno spiccato senso di familiarità con le comunicazioni, i media e le tecnologie digitali;
  • ha avuto, nella maggior parte dei casi, un approccio educativo di stampo neo-liberale;
  • è la prima generazione a dover affrontare la ricerca di un lavoro, spesso il primo vero impiego, in piena “grande recessione”;
  • ha subìto, rispetto alla generazione precedente, un passo indietro sotto il profilo economico, malgrado l’elevato livello medio d’istruzione e l’elevato tenore di vita della società.

L’andamento del flusso migratorio ha subìto un’accelerazione a partire dall’anno 2011 con un picco di partenze nel 2014. Come mostra il grafico, le curve temporali indicano un andamento coerente tra il flusso nazionale, regionale e quello risultante dall’indagine.

andamento flusso migratorio

L’Associazione Culturale Communia ha lanciato questa indagine con lo scopo di analizzare, da un punto di vista sociale, il profilo dei giovani marchigiani (18-30) che decidono di vivere un’esperienza lavorativa all’estero, le loro motivazioni e ciò che li attrae del paese di destinazione.

Di seguito una sintesi dei risultati dell’indagine (il report completo dell’indagine è scaricabile cliccando QUI).

  • Paesi di destinazione: i paesi dove è emigrato il maggior numero di giovani risultano essere quelli della zona UE, in particolare Regno Unito, Spagna, Germania, Francia e Belgio; tra i paesi extra-UE detiene il primato l’Australia.
  • Conoscenza delle lingue: tutti gli intervistati hanno un buon livello di conoscenza dell’inglese, ma si registrano ancora basse percentuali nelle lingue extra-UE commerciali più utilizzate (arabo, cinese e russo).
  • Livello di istruzione: sono partiti giovani con un livello di istruzione alto (Laurea triennale e Laurea magistrale/specialistica/a ciclo unico), titolo di studio che sembra influenzi la professione svolta nel paese di destinazione.
  • Attività svolte e occupazione: la percentuale di coloro che erano semplicemente neolaureati prima della partenza, si abbassa notevolmente una volta giunti all’estero e, contestualmente, lo status di stagista/tirocinante aumenta. Compare, inoltre, la figura del ricercatore e questo potrebbe dipendere dal fatto che coloro che sono partiti in qualità di neolaureati abbiano vinto una borsa di dottorato. Infine, si abbassa notevolmente la percentuale di disoccupati in cerca di lavoro e crescono decisamente gli occupati sia a tempo determinato che indeterminato; in particolare, aumentano gli occupati all’estero nel settore alberghiero, ristorazione e turismo.
  • Motivazioni: i principali motivi che spingono i giovani ad emigrare all’estero sono legati alla prospettiva di un futuro avanzamento professionale e all’arricchimento del CV. È stata dimostrata l’esistenza di una relazione tra il titolo di studio e le motivazioni legate alla partenza; questa induce a formulare due diverse considerazioni: la prima è che l’esperienza all’estero sia un valore aggiunto una volta rientrati; la seconda riguarda la possibile difficoltà del mercato del lavoro italiano ad offrire posizioni lavorative coerenti con i percorsi formativi. È emerso, infine, che i giovani giungono in Australia e negli USA per la presenza di conoscenti, parenti e amici, mentre per i paesi UE la scelta è dovuta alla conoscenza matura della lingua, ad un interesse per la cultura, i diritti sociali e lo stile di vita e/o per una precedente esperienza Erasmus.

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